IL LAGO DELLA MALANOTTE
Nessuna
cartina geografica riporta un lago con questo nome, ma
in base alle indicazioni fornite dal racconto, lo si
potrebbe individuare in uno di quegli specchi lacustri
posti alla base della catena che dal monte Orsiera
raggiunge la Cristalliera. In base alle diverse
versioni della leggenda, l'invaso più accreditato
sarebbe il Chardonnet. La vicenda che lo vide come
scenario ebbe come protagonisti un giovane soldato
dell'esercito piemontese, accampato al Col di Pian Real,
e una ragazza di Gran Faetto che, in quel tempo di
guerra contro la Francia, faceva la
vivandiera.
Conosciutisi sulle rive del lago, essi avevano continuato qui a incontrarsi, e questo sentimento non rimase nascosto a lungo. Un ricco pretendente, che aveva già chiesto e ottenuto dai genitori la mano della ragazza, cominciò a insospettirsi dal continuo rinvio del matrimonio da parte della giovane.
Roso dalla gelosia, egli la seguì un giorno mentre portava sù il cibo ai soldati, scoprendo così la sua relazione. Poche sere dopo, approfittando del buoi, egli assalì il soldato nel luogo dove questi era solito incontrarsi con la ragazza, colpendolo a morte con una pietra (con un coltello in altre versioni) e liberandosi quindi dal corpo gettandolo in acqua. Quando l'indomani si sparse la notizia del ritrovamento di un cadavere sulla riva del lago, la ragazza ebbe subito il presentimento su chi fosse la vittima e purtroppo presto ne ebbe conferma. Si dice che ella morì consumata dal dolore e si racconta pure che in certe notti d'estate, si può scorgere lungo le sponde del lago una fiammella vagante.
E' lo spirito della giovane che ancora cerca il suo perduto amore tra quelle sponde rocciose che la videro felice.
Conosciutisi sulle rive del lago, essi avevano continuato qui a incontrarsi, e questo sentimento non rimase nascosto a lungo. Un ricco pretendente, che aveva già chiesto e ottenuto dai genitori la mano della ragazza, cominciò a insospettirsi dal continuo rinvio del matrimonio da parte della giovane.
Roso dalla gelosia, egli la seguì un giorno mentre portava sù il cibo ai soldati, scoprendo così la sua relazione. Poche sere dopo, approfittando del buoi, egli assalì il soldato nel luogo dove questi era solito incontrarsi con la ragazza, colpendolo a morte con una pietra (con un coltello in altre versioni) e liberandosi quindi dal corpo gettandolo in acqua. Quando l'indomani si sparse la notizia del ritrovamento di un cadavere sulla riva del lago, la ragazza ebbe subito il presentimento su chi fosse la vittima e purtroppo presto ne ebbe conferma. Si dice che ella morì consumata dal dolore e si racconta pure che in certe notti d'estate, si può scorgere lungo le sponde del lago una fiammella vagante.
E' lo spirito della giovane che ancora cerca il suo perduto amore tra quelle sponde rocciose che la videro felice.
da "Leggende e tradizioni del Pinerolese" di
Diego Priolo e Gian Vittorio Avondo
LË LAU DË
MALANÈUT
Ön lau aboù sèt
non al ee pâ marcà su gî dë mappa, ma sëgont laz ënfoumasions qu’â sioûn dint
la contio, â së
pouriò troubô entre loû laus â quèou dë l’Oursiero per aribô a la Cristaliero.
Sëgont l’istorio
lë lau â pouriò èse quel dâ Chardounè. L’ lau dë l’istorio al eez iità l’post
adont ön jouve saudà piemountee, acampà â Col d’ Plan Reòł, e un’ fillho dâ Faè
quë, a quee temp d’la guèro aboù la Franso, î faziò la camërièro.Î s’èrou counoesù a l’aviron dâ lau e il aviôn countuneà a s’całinhaèrô
eisì, e il ôn pâ pougö eecondre gaere l’amour entr’èlli. Ön autre
całinhaère plû ricche dâ saudà qu’al aviò dëmandà e agö dâ soû parens la man
d’la fillho, al à coumensà a dubitô perquè sa całinhaero il armandiò arè l’jour d’lâ noûsa.
Niè d’ jałouziò
ön bee jour alh’eez anà aprèe entrëmentiè qu’î pourtòvo amount da minjô â saudô,
e parelh al à aquintà qu’î całinhaeròvo dëcò aboù lë saudà. Caałca nèus aprê, aproufitent d’l’eecur, al à agredì
l’ saudà proppi adont â s’ëncountròvo aboù la jouvo dâ Faè e al à teà aboù un’
pèiro (ma caałcön dì aboù ön sabre) e per eecoundre l’ corp dâ saudà al à faet
ceere dint l’aego. Cant lëndeman la sée vengö a sabee qu’il aviôn troubà
ön corp d’ caere dâ lau, la fillho il à agö sëntour quë l’ mourt â fosse l’
saudà e malgré tout, vitte il à sabö quë l’èro soun całinhaere.
La gent î dì qu’illho il ee mourto dâ doulour e la së
contio dëcò quë d’uuna nèus d’iità, la së pô vee a l’aviron d’laz eeponda dâ
lau un’ flamelo qu’î viroundo sens’poo. L’ee l’esprit d’la jouvo qu’î charcho encòro a
l’aviron dë qu’laz eeponda d’ roccho soun całinhaere përdö per arè.
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